Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Il primo distinguo da fare è tra la paternità riconosciuta dell’opera e lo sfruttamento dell’opera stessa.
La prima ovviamente vi riconosce come creatori, la seconda disciplina cosa ne intendete fare.
Facciamo un esempio mirato:
Con il mio gruppo, i Mururoa, andiamo a registrare un cd, 10 pezzi. Entusiasti pensiamo subito: "Ed ora? Come facciamo ad inviare demo in giro senza correre il rischio che ci rubino i pezzi?"
Risposta immediata: "Iscriviamoci alla Siae!"
Nel 1997 Alex va alla sede Siae di Roma, si prende un faldone da 6.000 pagine incoprensibili e poi capisce che deve versare una certa ingente somma e affrontare due esami, uno musicale, l’altro come editore di testi.
Alex è uno alla buona, non ha studiato, non conosce la musica: e allora? Come fa?
Utilizzando una delle possibilità in voga a quei tempi deposita una copia del cd dei Mururoa presso lo sportello Siae dietro pagamento di una quota più umana.L’ente lo terrà per un tot di anni e lo riconsegnerà ad Alex nel caso lo richiedesse come prova di paternità.
Mmmhhh, che giro complicato…
S.I.A.E.
L’avvento di Internet però cambia le carte in tavola.
Sono troppi i musicisti autodidatti, i soldi fan sempre comodo e allora la Siae cambia registro e viene incontro ai giovani.
Adesso iscriversi alla Siae è molto più semplice: con una quota intorno ai 200 euro si ottiene l’iscrizione per la sezione musica, senza bisogno di fare alcun esame, consegnando non solo spartiti, ma anche cd e materiale digitale a riprova della paternità dell’opera.
Adesso le cose cambiano! pensa Alex… Così ne parla con la band: dicono che la cosa si può fare, il prezzo è accessibile. Rimane una tassa annua di circa 90 euro da versare per tutta la vita però, modello canone Rai…a chi rimarrà da pagare tale fardello se la band si scioglie?
Eppoi, visto che le canzoni le scrivono tutti i componenti, bisogna iscriversi tutti per avere gli stessi diritti di paternità?
Ebbene sì, non ci si può iscrivere come Mururoa ma tutti insieme. Quindi 200 euro a cranio, eppoi 90 euro a testa l’anno per tutta la vita….mmmhhh, la band ci ripensa su.
"Allora facciamo iscrivere solo Alex", si pensa, "già ma poi per i dividendi?"
Ma poi, dividendi de che? Suoniamo per puro divertimento, non per fare soldi: a noi interessa soltanto che ci venga riconosciuta la paternità dei brani e che nessuno li sfrutti per farci soldi alle nostre spalle.
Alex allora torna allo sportello e chiede delucidazioni sulla necessità di avere solo la garanzia della paternità dalla Siae e lì rimane di stucco, quando gli viene fatto notare che in caso di plagio la Siae non si presenta mica davanti al giudice per testimoniare che il brano è effettivamente di proprietà dei Mururoa: si limiterà a consegnarlo ad un notaio.
In poche parole, se qualcuno ti frega un brano o la sfrutta economicamente senza il tuo consenso, dovrai essere tu a dimostrare la paternità dell’opera e che c’è uno sfruttamento fraudolento della stessa, tramite avvocati e querele.
Nella fattispecie ricordatevi la querelle finita in un nulla di fatto di qualche anno fa di Al Bano contro Micheal Jackson…
A sto punto Alex si chiede: “Ma allora che mi iscrivo a fare alla Siae? Butto i miei soldi!” E tutto rimane com’è, fino all’arrivo delle fantomatiche Creative Commons.
Creative Commons
Le suddette sono un’idea tutta americana, assolutamente innovativa che sostiuisce il “All right reserved” con il loro motto “Some right reserved”.
In poche parole il sistema, completamente online, si prende la briga di concedere licenze a chi ne fa richiesta senza nulla in cambio.
Vantaggi:
Esistono così 6 tipi di licenza che vado ad elencare:
Essendo il discorso veramente enorme e la legislatura a riguardo in continua evoluzione, mi sono affidato soprattutto alla ricerca on line delle potenzialità delle Creative Commons, facendomi una mia idea sull’utilizzo di queste licenze.
Preferisco quindi sfruttare la potenza della rete per aiutarvi a comprendere meglio il tutto, con l’utilizzo di questi due video molto interessanti trovati su Youtube, che trattano con degli esempi molto semplici e pratici il diritto d’autore, la paternità riconosciuta dell’opera e l’utilizzo del CopyZero (che non ho trattato volutamente) e delle Creative Commons.
Conclusioni:
Sono ancora molto incerto. Infatti, nonostante ritengo il progetto CC il vero futuro mondiale sul copyright, in Italia il controllo che fornisce (e obbliga) la Siae è tutt’ora irrangiungibile, grazie alle leggi che ne consentono il controllo in regime monopolistico e alla rete di controllo che ha a disposizione.
Inoltre richiedere una licenza CC non sottintende che il famigerato bollino Siae non debba essere acquistato per i nostri CD e demo autoprodotti, anche se distribuiti in modo totalmente gratuito (come potete leggere dall’allegato).
Ognuno ha le proprie esigenze e i propri obbiettivi: se pensate di far della musica il vostro futuro lavoro, iscriversi alla Siae rimane il modo migliore per far valere i propri diritti e guadagnare con le royalties, cosa che ovviamente le Commons non permettono.
Se invece il divertimento e il vedersi riconoscere le proprie canzoni è quello che vi interessa, sicuramente le CC sono tutto ciò che vi serve. Gratuite, immediate.
Nella realtà dei fatti chi vive di musica ha bisogno di un guadagno. Il riconoscimento dei diritti di sfruttamento dell’opera possono avvenire solo tramite un grande ente di controllo e questo in Italia lo può fare solo la Siae.
Internet invece è un altro mondo, il peer-to-peer, il file sharing, Myspace e Youtube sono la sua anima, il libero scambio viene ora regolamentato a livello mondiale da questa geniale invenzione, ovvero “Some right reserved”.
Condividi allo stesso modo: questa è opera mia, tu me la riconosci, fanne ciò che vuoi, divulgala, cambiala, suonala, basta che non lo fai per guadagnarci e ricordi sempre a tutti che io ne sono il creatore.
Questo è il vero futuro di internet. Queste sono per me le Creative Commons, una regolamentazione interna a qualcosa di indefinito ma che esiste.
Vuoi fare musica tua, la divulghi e che mi frega se non ci devo diventare ricco? Ok Creative Commons, ma solo sul web.
Vuoi diventare famoso, fare i soldi, la bella vita? O solo riconosciuto il frutto del tuo lavoro? Allora, in Italia, Siae.
AlexUnder
Allegati:
Normativa e legge n° 633 sul diritto d'autore (pdf)
Bollino SIAE e licenze Creative Commons (pdf)
Versamenti e tariffe SIAE (pdf)
Brochure Creative Commons v2 (pdf)
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