Roberto Ciotti - Un bluesman latino

Scritto da Bluesbil62 il 27/Nov/2008 alle 17:45

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L'artista l'ho discontinuamente seguito nel corso degli anni e non molto tempo fa ho acquistato il suo libro autobiografico “unplugged” (Editore Castelvecchi – 18.50 €) comprensivo di un ottimo CD antologico acustico.
Poi, qualche settimana fa, tramite la rivista Suono Musica, mi sono procurato all'interessantissimo prezzo di 12,90 €, il CD + DVD "My Blues".

Sono certo che il mio metro di giudizio nel corso degli anni è un po' cambiato (evoluto?), e forse non soltanto un po’. Ad ogni modo, sia l'unplagged (o più correttamente l’acustico) sia il CD+DVD li ho trovati veramente degli ottimi lavori che consiglio a bluesomani e non.

Il CD + DVD è il frutto di una registrazione live del 07/12/2007

presso il locale “Stazione Birra “ di Roma.

Roberto Ciotti non è un artista iper tecnico alla Robben Ford, ma la sicurezza e l'apparente semplicità esecutiva tipiche dell'artista giunto all'asintoto della maturità (come, a mio parere, accade oggi a David Gimour) emergono con forza da questi suoi ultimi lavori. Ma c'è dell'altro. In Italia esistono alcuni ottimi esecutori di blues e, azzarderei, bluesman, ma ritengo che Roberto Ciotti sia l'unico che abbia introdotto una credibile componente melodico-latina nella struttura del blues.

E non credo che la cosa sia stata così facile come la semplice esecuzione di una somma algebrica. Il rischio di una caduta di stile che si può ottenere, per esempio, innestando un testo in italiano in una struttura di tre accordi di settima è elevatissimo.

Nel caso di Roberto Ciotti la componete latina (o se preferite nostrana) è, e non potrebbe essere altrimenti, assolutamente musicale, strutturale.

La rodatissima formazione che lo accompagna (vedi il DVD), il volume esecutivo sempre al di sotto della soglia del fastidio fisico, a mio parere, supportano ed enfatizzano questa componente melodica.

Per quanto riguarda i brani, e ciò vale sia per il DVD+CD sia per l'unplugged, si tratta di un significativo excursus nella produzione dell'artista. E a parte il solo caso dell’hendrixiana “Hey Joe”, presente solo sul CD acustico e composta da W. Roberts, si tratta di tutte composizioni originali di Roberto Ciotti.

La formazione che partecipa all'unplugged è minimale: Elio Buselli al basso e Paulo La Rosa, Daniele Magli e Flavinho Vergas che si alternano alle percussioni; mentre quella del più recente doppio è costituita da: Elio Buselli al basso, Walter Detond alla batteria, Andrea Pagani alle tastiere e Flavinho Vergas alle percussioni.

Ho trovato particolarmente indovinata ed efficace la presenza di un percussionista "latino" e di un tastierista dalla manifesta impostazione jazz.

Un'ulteriore particolarità, di importanza non marginale, riguarda l'insolito e non infrequente uso da parte di Roberto Ciotti di una loop station che, alla bisogna, gli permette un autoaccopagnamento minimale, mai invadente. Un uso così disinvolto della loop station, per altro, rivela quella sicurezza esecutiva che è patrimonio solo dei professionisti più "navigati".

Un'altra considerazione che mi viene da fare è di carattere generale e riguarda l'inesauribilità del Blues.
Nonostante si tratti di un linguaggio sostanzialmente basato su tre accordi di settima (lo so, sto semplificando eccessivamente, e un po' me ne vergogno al confronto dei trattati di Lauro-L27, di Zanocom...), il Blues permette tante di quelle contaminazioni attraverso le quali questo genere non smette mai di evolversi e di mutare (a supporto dell’affermazione ci sono i sei film a cura di Martin Scorsese raccolti nel cofanetto “The Blues” contenete sette DVD… se possibile, godetevene la visione/ascolto).

In ultimo, il libro autobiografico citato più sopra, che inoltre riporta discografia e testi, è anche un interessante spaccato di una certa Italia artistico-musicale degli ultimi quaranta anni. Non posso che suggerirne la lettura. Piacerà a molti, certamente a quelli della mia generazione.
 
Ultimissimo…le chitarre utilizzate da Roberto Ciotti
Nell’unplugged (il CD acustico allegato all’autobiografia): Martin D41, Gibson J45 (riedizione), Dobro;
Nel concerto a Stazione Birra: Stratocaster ’62, acustica Guild J50.

Ottavio
Bluesbil62