Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Il contenuto
L'autore inizia provocatoriamente la sua trattazione con: "Un altro libro su Robert Johnson? Non se ne può più!" e nel fare questo presenta gli obiettivi che si è preposto.
Innanzitutto ripercorrere le tematiche che percorrono l'opera di Johnson tramite l'analisi dei testi, poi sfatare il mito del Robert Johnson demoniaco, infine illustrare la "normale stranezza" di un bluesman alle prese con la vita quotidiana.
A questo proposito la cosa che ho maggiormente apprezzato è che finalmente un autore si libera dai topoi del patto col diavolo e il crocicchio e tutta la mitologia johnsoniana per concentrarsi sul contenuto linguistico della sua opera.
Nel terminare l'introduzione si prefigge degli scopi ambiziosi ma doverosi:
- auspicare un ritorno alla comprensione e analisi dei testi linguistici del Blues evitando, come spesso accade, l'ascolto puramente epidermico della sola musica
- ribadire la valenza artistica di personaggi come Robert Johnson per comprendere la storia dei generi musicali derivati dal Blues e stimolare la ricerca musicologica
- fornire ai giovani uno strumento per superare la barriera linguistica costituita dal dialetto dei neri americani degli anni '30 (a meno che uno non sappia già cosa sia una trick bag).
Questi scopi credo siano condivisi (o dovrebbero esserlo) da chiunque si accosti al Blues, in particolar modo da chi si avvicina al Blues delle origini.
Intendo dire che nel Blues il mero approccio tecnico-musicale non è sufficiente ma serve, dovrebbe essere un piacere ovviamente, uno studio della storia e della cultura dei neri americani dell'inizio del secolo (penso come minimo a La Terra del Blues di Lomax, ma anche a Il Blues di Edoardo Fassio e agli scritti di Luciano Federighi).
Il corretto approccio nel suonare il blues
Quando suoniamo un Blues non stiamo facendo solo una pentatonica minore su degli accordi di settima, stiamo rinnovando una tradizione che nasce nell'America rurale agli inizi del secolo e poi è andata in parte urbanizzandosi (di questo ne ha ampiamente scritto Lauro L27 nella prima puntata de "La ragione del Blues") e in parte è rimasta nei campi del Mississippi (questo argomento merita una trattazione separata).
Attraverso lo studio del contesto è possibile suonare il Blues con la consapevolezza di ciò che un brano ha rappresentato ai tempi e soprattutto di cosa un brano rappresenti per l'autore.
In questo senso l'analisi del testo è doverosa per non incappare in stravolgimenti involontari dell'identità di un brano (penso al caso di Sweet Home Chicago e alla stranota versione dei Blues Brother).
Monge mostra i risultati del gran lavoro di ricerca filologica e di traduzione e fa capire come ci si possa approcciare "con professionalità" alla preparazione di una cover.
L'autore mostra inoltre un'ampia conoscenza della saggistica italiana e internazionale e anche un'ottima conoscenza della musica di Robert Johnson e delle centinaia di cover che lo seguirono. Mi ha fatto piacere leggere del "nostro" Mauro Ferrarese vicino a Johnny Winter e Eric Clapton.
La cura con cui sono state descritte le fonti di ispirazione dei diversi brani permette poi di conoscere alcuni grandi bluesmen che precedettero Johnson (penso a Leroy Carr, Kokomo Arnold e Scrapper Blackwell).
Credo che questo libro possa davvero diventare un utile strumento di scoperta e approfondimento del Blues.
Consigliato.
Massimo
Robert Johnson. I got the blues. Testi commentati
di Luigi Monge
Editore: Arcana
Pagine: 291
Anno di pubblicazione: 2008
Codice EAN: 9788862310284
Prezzo: 18,50 €
I Più Letti
Line6 STAGEScape M20d
Line6 è nota per le sue soluzioni innovative ed "anticonvenzionali" in un...
Line6 M5
Line6 M5 è la sorella minore della famiglia di pedaliere multieffetto della...
iKEY-Audio G3
Eccoci qui a recensire uno dei tanti registratori portatili che sono in...
ARIA
Proseguo nel mio tentativo di descrivere curiosità , stranezze e rarità in...
Gary Moore - Sangue d'Irlanda, una canzone Blue
"Sofferenza maestra di vita" è stato detto e scritto da molti, e questa un'...