Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Cosa manca? Come vorrei che fossero fatte le recensioni che leggo?
Cerchiamo di analizzare le principali testate italiane in forma cartacea di settore chitarristico:
Dubbi:
Poniamo che io sia un lettore che cerca di capire se lo strumento recensito faccia al caso mio. Esempio: Leggo la recensione di una Gibson Historic ’60 Custom Special Reissue dal valore di € 7000,00.
Le valutazioni contrarie: nulla da dichiarare. Successivamente tocca ad una Vintage (marca non aggettivo) simil Gibson ’60 relic a € 350,00 con la stessa valutazione contro: nulla da dichiarare, o (nel caso specifico) verniciatura del retro-cassa.
E’ vero che andremo a leggere anche i Pro se dobbiamo valutare un prodotto, quindi per la Vintage leggeremo: perfetta regolazione, timbriche, rapporto qualità-prezzo.
Cosa avrebbero potuto scrivere in più tra i pro della ipotetica Gibson di cui sopra? Le stesse cose tranne il rapporto qualità-prezzo!
Ovvio che la differenza di ben 6650 euro sottintendano un prodotto migliore, ma io dalla recensione vorrei capire in cosa è migliore e quanto. La verniciatura?
Va bene, il miglior liutaio del mondo la rifà a 400 euro. Se poi è sul retro della cassa… Pick Up? Una coppia di Gibson Classic ’57 costa 300 euro. Legni o costruzione? Questi problemi non sono ovviabili perciò potrei decidere di spendere, o meno, 6650 euro in più per la Gibson.
La rivista Axe ha avuto il coraggio di scrivere, qualche tempo fa, che alcune Burny da 800 euro suonano più simile ad una LesPaul Vintage (aggettivo stavolta) di alcune LesPaul Vintage Reissue (valore di listino quattro volte superiore). Se contiamo che i bilanci delle testate giornalistiche si basano in larga parte sui proventi pubblicitari per cui rischiare di inimicarsi Gibson non è cosa da poco.
La proposta:
Come potrebbe una recensione dare un’idea quanto più precisa possibile di un prodotto?
Innanzitutto già dalle elementari ci insegnano che quando si scrive bisogna partire dal presupposto che il lettore non sappia niente dell’argomento.
Così è in effetti per un giovane che compra per la prima volta una rivista, vorrebbe chiedere ai genitori la sua prima chitarra in regalo per Natale e deve capire effettivamente la differenza tra una Vintage e una Epiphone Les Paul Standard dal costo similare.
L’esperto giornalista deve dirci chiaramente in quali casi e caratteristiche una sia preferibile all’altra. Inoltre se compro tra un anno un altro numero e vedo la prova di un’altra chitarra vorrei poter correlare i dati che leggo a tutte le altre prove della rivista.
Lo specchietto mi sembra una buona idea (non l’ha inventato Axe, c’era su Guitar Player di venticinque anni fa...) Più variabili sono segnalate più completo sarà il giudizio. Maggiore è il range (es. da 0 a 10) migliore sarà la definizione della caratteristica.
Certo bisognerebbe stabilire anche i limiti, o almeno quello superiore (visto che al peggio non c’è mai fine, mi si passi la battuta). Quindi una giuria di esperti, o una redazione nel caso di riviste, dovrebbe definire i riferimenti storici per poter garantire una maggiore obiettività dei giudizi. Visto che non tutte le variabili hanno lo stesso ‘peso’ si potrebbe limitare a 5 il range di quelle secondarie o facilmente superabili con interventi successivi o upgrade. Facciamo un esempio:
Perché l’ultima variabile?
Perché come scrisse un amico: "La voglio rossa perché è più bella e quindi suona meglio".
Sacrosanto! Ovvero: non suona meglio, ma più ti piace, meglio la suoni. Auspicabili prove comparative con più esperti, perché è comunque difficile dare giudizi obiettivi a distanza di tempo e singolarmente.
Volendo questo schema potrebbe essere ripreso dai portali come Laster. Dove però, a differenza delle riviste, le recensioni non sono fatte da una redazione, o almeno non solo, percui si rischierebbe di avere giudizi di proprietari autogiustificativi a mo’ di Harmony Central con tutti voti altissimi.
La valutazione:
Per fare un esempio ho provato a fare una valutazione comparativa sulla base dei parametri sopra definiti tra due delle mie chitarre simili per concezione, ovvero una Strato modificata e una SuperStrato anni '80: Fender Strato Woodie USA-’89 Hot rails splittabile al ponte e switch per suonare con P.u. ponte+tastiera e 3 p.u. insieme
Totale 58/85
Kramer Jelly USA -'87 Completamente rifatta (comprata a 200mila lire distrutta) Ponte Floyd Rose Originale. P.U. Dimarzio Super Distortion Ponte (originale), fender strato bridge al centro, Gibson PAF 1959 reissue al manico
Totale 62/85
A questo punto chiunque legga le tabelle potrà comprendere le differenze tra una chitarra e l’altra e tra queste e una qualsiasi altra chitarra che mi trovassi a recensire in futuro.
Gli esempi sono stati fatti per le chitarre elettriche, se vi piace l’idea potremmo provare a definire le variabili per ampli ed effetti. Potrebbe poi capitare di trovare un prodotto migliore per una o più caratteristiche rispetto a quello usato come riferimento. Bene! Gli diamo un undici (o un sei) per quella caratteristica e lo mettiamo dalla volta successiva nello specchietto dei riferimenti.
Locke
I Più Letti
Line6 STAGEScape M20d
Line6 è nota per le sue soluzioni innovative ed "anticonvenzionali" in un...
Line6 M5
Line6 M5 è la sorella minore della famiglia di pedaliere multieffetto della...
iKEY-Audio G3
Eccoci qui a recensire uno dei tanti registratori portatili che sono in...
ARIA
Proseguo nel mio tentativo di descrivere curiosità , stranezze e rarità in...
Gary Moore - Sangue d'Irlanda, una canzone Blue
"Sofferenza maestra di vita" è stato detto e scritto da molti, e questa un'...