Musicologia : Wassily Kandinsky

Scritto da Nelson il 21/Jul/2009 alle 12:50

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“Un artista che non abbia come fine ultimo l’imitazione, sia pure artistica, della natura, ma sia un creatore che voglia e debba esprimere il suo mondo interiore vede con invidia che queste mete sono state raggiunte naturalmente e facilmente dall’arte oggi più immateriale: la musica”

Kandinsky E La Musica

Wassily Kandinsky, padre degli astrattisti e massimo rappresentante dell’avanguardia artistica primo-novecentesca, trova nel linguaggio musicale lo stimolo per rielaborare in modo originale il suo modo di fare pittura legato al concetto di espressività.

Ciò che maggiormente lo stimola nella musica è la capacità propria di questa arte “astratta” di inventare e produrre nuove soluzioni artistiche totalmente indipendenti dagli influssi naturalistici e realistici. Questo è proprio ciò che Kandinsky vuole imprimere nella sua pittura: un astrattismo privo di “mimesis”, ovvero privo dall’imitazione di un modello.

Verso la fine degli anni ’10, dopo la scrittura del suo saggio principale “Lo spirituale nell’arte”, il pittore inizia ad intitolare le sue opere “impressioni” (prima tappa verso l’evoluzione della forma libera), “improvvisazioni” (dipinti scaturiti da un “evento di carattere interiore”) e “composizioni” (frutto di ricerche e riflessioni che richiedevano un lavoro lento, basato su studi preliminari ed abbozzi) utilizzando termini presi in prestito dal linguaggio musicale sottolineando in questo modo analogie, somiglianze e relazioni tra le due arti.

Questo lavoro porta così Kandinsky ad una pittura dinamica che dà all’astrattismo un senso di movimento (egli stesso darà nei titoli dei suoi quadri le indicazioni su quale verso leggere il quadro come se esso fosse uno spartito musicale). In conclusione solamente un arte non figurativa, liberata dalla dipendenza dall’oggetto fisico, può quindi dare vita alla “spiritualità”, concetto chiave della riflessione artistica di Kandinsky e dell’intera generazione pittorica a cui quest’ultimo darà inizio.

Kandinsky E Schonberg

Dopo aver assistito ad un concerto di Schonberg nel 1911, Kandinsky scrisse al compositore, pur non conoscendolo, per renderlo partecipe del proprio entusiasmo e per parlargli delle affinità che notava tra la sua musica e i propri dipinti.

A breve distanza da quel concerto, Kandinsky dipinse Impressione 3 (Concerto), una probabile elaborazione pittorica della forte emozione che quel concerto aveva suscitato in lui: sulla tela è presente una grande macchia nera che ricorda un pianoforte e un ampia zona in giallo, che per Kandinsky era il colore del calore spirituale, mentre alcune sagome sulla sinistra suggeriscono la presenza del pubblico.

La fitta corrispondenza tra Schonberg e il pittore dura fino al ’22 a causa di alcuni equivoci riguardo la presunta ostilità di quest’ultimo verso il giudaismo (Schonberg è uno dei tanti artisti censurati dal nazismo poichè era di religione ebraica). Nelle loro epistole è ben chiaro ciò che fin da subito li lega: un rinnovamento profondo dell’arte verso il “regno dello spirituale” attraverso l’assoluta fedeltà ai propri sentimenti interiori.

Teoria Armonica Della Pittura

Uno degli obiettivi principali di Kandinsky è quello di poter creare una serie di regole pittoriche che influenzino l’arte futura; così come nella musica esisteva già la teoria e l’armonia che recentemente era stata aggiornata dallo stesso Schonberg a causa della sua scoperta della dodecafonia.

Egli era in grado di percepire sensazioni uditive in accordo con determinati colori (chiamerà anche un suo quadro Fuga come se egli avesse compreso un qualche ordine polifonico all’interno del suo dipinto) ed era riuscito ad elencarli tutti collegandoli anche con i sensi, i pensieri e le azioni organizzandoli in modo corrispondente al loro grado di intensità in un circolo i cui poli opposti rappresentano la vita tra la nascita e la morte.

Evoluzione musicale-pittorica di Kandinsky

In nessun altro pittore del nostro secolo si è manifestato con tanta evidenza l’influsso della musica quanto in Kandinsky: questo influsso si è espresso in diverse circostanze e nelle più varie forme a partire dalla corrispondenza letteraria del pittore con Schonberg, nella sua capacità di esprimere suoni attraverso la facoltà sensoriale che consente di percepire i colori musicalmente (la sinestesia), nella creazione di opere pittoriche basate su principi musicali, nella elaborazione di una teoria artistico-pittorica che tenta di creare un’opera d’arte sintetica fondata organicamente su tutte le arti.

Nelson