Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Caso 1: Esperienze creative con un bambino con gravi problemi emotivi
Robbie è un bambino orfano che inizia a nove anni le sue sedute di musico-terapia dopo 10 mesi in un ospedale psichiatrico a causa dei suoi frequenti attacchi dʼira, mancanza di concentrazione data dalla sua iperattività, difficoltà ad essere obbediente. Era un ragazzino infelice che si sentiva non amato e non voluto, incapace di legare con gli altri bambini.
Il primo passo del terapeuta è entrare nella fiducia del bambino attraverso esperienze creative che siano per lui appaganti ma che allo stesso tempo contribuiscano alla sua crescita. Nel caso di Robbie, il musicoterapeuta riesce fin da subito ad acquisire la fiducia del bambino grazie ad un espediente legato allʼ”errore musicale”. Dopo aver commesso un errore tentando di riprodurre su tastiera un brano popolare conosciuto, Robbie si stancò immediatamente e non volle più suonare.
Il musicoterapeuta, a questo punto, si gettò per terra iniziando a cercare il suo presunto errore. Spiegò a Robbie che, nonostante la ricerca fatta, non era possibile ne vedere ne toccare il suo errore poichè essendo questo di tipo musicale non è possibile ricordarlo dopo averlo compiuto e che scompare immediatamente ed anzi è cosa importante averlo riconosciuto.
La musica in seguito assume anche un ruolo secondario ma non di minore importanza. Vengono fatti eseguire a Robbie dei lavori dapprima con la sabbia e in seguito con lʼargilla in modo da far sviluppare in lui un senso di apprezzamento lento ma cosciente riguardo la propria creatività.
Quì la musica ha lo scopo di indirizzare il bambino al rilassamento e al concentramento su una specifica attività.
A volte dirige anche i suoi movimenti nelle attività. La ninnananna di Brahms lo porta verso movimenti ondulatori che diventano linee dritte verso ogni direzione con una marcia. A questo punto viene colmato anche il problema della mancata capacità di leggere grazie allʼuso delle note colorate sul pianoforte.
Questo sistema procura a Robbie non solo una soddisfazione immediata per i suoi sforzi e la minima frustrazione, ma anche una preparazione alla concentrazione, alle abitudini di lavoro e alle motivazioni.
Il processo finale porta Robbie al lavoro di gruppo per migliorare la sua capacità di socializzare, fino a quel punto mancata. Allʼinizio era incapace di suonare con altri a causa della sua impulsività che lo portava a non rispettare i turni degli altri ma pian piano cominciò a sviluppare una maggiore tolleranza.
Grazie alla musico-terapia Robbie in 14 mesi ha allungato i tempi della sua attenzione, è divenuto più consapevole della sua sicurezza, ha migliorato la sua comunicazione verbale, ha mostrato migliori capacità sociali e grazie alla sua energia creativa è riuscito a trovare altri modi per costruire la propria realtà personale. E' stato adottato due anni dopo.
Caso 2: Gruppo di donne con personalità multipla
Il disturbo di personalità multipla (MPD) ha avuto solo di recente un suo riconoscimento nellʼambito della salute mentale e nel 97% dei casi la causa del disturbo è dovuta alla violenza sui bambini. Attraverso la violenza ripetuta i ricordi dissociati si legano in personalità separate nello stesso sistema individuale.
Per questo lavoro di gruppo (che era integrato anche da sedute condotte da un assistente sociale) sono stati usati vari metodi musico-terapeutici come esercizi di associazione sulle canzoni, improvvisazione strumentale, scrittura di poesie e bravi storia, ecc, ecc.
Il primo passo (come nel caso precedente) è stato quello di sviluppare la fiducia tra le persone del gruppo e tra il gruppo e il terapeuta. Ciò è stato possibile grazie allʼascolto di alcune canzoni sulle quali i membri del gruppo dovevano cercare di rappresentare i propri stati dʼanimo.
Molte canzoni (tutte tratte dal repertorio popolare da Cindy Lauper fino a Lloyd Weber) grazie ai loro temi, come lʼaccettazione o lʼamore di sè hanno dato lʼopportunità alle donne di comunicare i propri sentimenti.
Inoltre la compilazione del questionario sulla storia della canzone personale di Bruscia, dove ogni membro del gruppo deve fare dodici associazioni di canzoni (es canzone preferita, canzone triste, canzone dʼamore), ha mostrato anche varie caratteristiche della malattia MPD come nellʼesempio di una donna che faceva difficoltà nella selezione delle canzoni indicate dai suoi diversi sè.
Lʼimprovvisazione strumentale ha invece aiutato nel rafforzare la dinamica allʼinterno del gruppo mentre la coesione del gruppo è avvenuta quando le donne hanno deciso di scrivere tutte insieme una poesia. Il compito di ogni membro era di scrivere un verso e la parola del verso seguente che doveva poi essere completata dal membro successivo del gruppo. Da ciò si è visto che ogni donna era spaventata dal proprio contributo creativo alla poesia (derivante dalla timidezza nel dover leggere poi la poesia al gruppo) e cosi venne espresso il disagio di essere vulnerabili.
Alla fine il gruppo aveva raggiunto una ottima coesione per confrontarsi e relazionarsi col terapeuta tantochè verso la fine del trattamento egli non doveva più dare compiti poichè le donne portavano direttamente alle sedute canzoni da elaborare. Le storie scritte dalle donne sotto le musiche dal terapeuta proposte (es Venere latrice di pace di Holst) sono servite tantissimo per mettere in comune i segreti dei membri del gruppo. Molte storie infatti narravano di donne sole in ambienti apparentemente idilliaci ma in pericolo imminente per motivi sconosciuti o di famiglie apparentemente perfette nascondenti incesti.
La figura del terapeuta maschio è stata fondamentale nella terapia in quanto era per i membri del gruppo una figura non violenta che si occupava di loro. La musica è stata la chiave attraverso la quale le donne hanno potuto, sviluppando lʼimmaginazione, le metafore e i sentimenti, riconoscere e lavorare su alcuni sentimenti molto dolorosi.
Nelson
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