Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
A dirla tutta, non vorrei aprire il dibattito prima di aver chiarito alcuni punti fondamentali sull'argomento. A tal proposito prenderò spunto da un po' di materiale sulla qualità che ho studiato un po' di anni fa in occasione di un tirocinio che poi è diventato argomento della mia tesi di laurea.
Innanzitutto, cos'è la qualità?
Domanda piuttosto banale a prima vista, ma che nasconde parecchie sfumature e necessita una risposta che può essere anche molto complessa. Per dare una prima risposta cito una delle definizioni tratte da Wikipedia che mi sembra più adatta a ciò che ci interessa in termini di qualità di un prodotto:
Joseph M. Juran - "Idoneità all'uso".
Ci sono diverse definizioni che potete trovare sempre su Wikipedia, delle quali cito il link per completezza; ma per il momento mi voglio concentrare su questa e spiegarne un po' meglio il significato.
Prendete due stratocaster apparentemente identiche
Possiamo considerare come indicatori di qualità quelle caratteristiche che rendono una delle due più adatta a soddisfare le esigenze dell'utente ideale. Questi indicatori possono essere scelti fra migliaia di potenziali candidati: dalla stagionatura dei legni, la precisione con cui sono realizzati i pezzi, la cura dell'assemblaggio, la bontà della verniciatura e il tipo di verniciatura.
Per quanto riguarda gli indicatori di qualità della realizzazione, oppure dalla capacità di mantenere l'accordatura anche alle sollecitazioni forti o alle variazioni dell'ambiente (umidità, temperatura), o ancora dalla rumorosità, dalla bontà del suono (inteso in modo molto soggettivo per il momento).
Per quanto riguarda la qualità funzionale dello strumento, infine potremmo giudicarlo sulla base estetica ed emotiva indicando il grado di soddisfazione alla vista (design, cura dei particolari) o della capacità evocativa (firmata da un artista famoso, marchio blasonato ecc.)
STOP, eliminiamo quest'ultima categoria solo per un momento e torniamo alle precedenti.
Quello che le accomuna è il fatto che si tratta di indicatori di qualità intrinseca, ovvero qualità legata al prodotto nella sua realizzazione e nella sua capacità di adempiere ad una funzione specifica (suonare bene ma anche essere affidabile e non avere effetti indesiderati).
Detto in parole povere, quella parte della qualità che più o meno oggettivamente può essere individuata e non può essere messa troppo in discussione dai relativisti che vorrebbero ridurre tutto ad una mera questione di opinioni.
A questo punto potrebbe sembrare semplice poter definire una sorta di metro di giudizio sulla qualità di uno strumento, ma purtroppo non è così: la scelta degli indicatori, fra migliaia, è già di per se un problema.
Basta cambiarli ed il giudizio sullo stesso strumento può variare enormemente e di fatto succede spessissimo quando, col passare degli anni, l'attenzione a certi indicatori viene meno e altri prendono il loro posto.
Pensate ad esempio al discorso dei pickup: nelle ultime 4 decadi si è pensato che dei buoni pickup dovessero essere più potenti, poi mediamente potenti, poi poco rumorosi, poi attivi, poi dinamici, poi suonare moderno, poi suonare come le prime versioni anni 50 e 60, prima AlNiCo, poi Ceramici, poi di nuovo AlNiCo, poi saltano fuori le varie misture (alnico3, alnico5, alnico2), poi il filo e la relativa smaltatura. In base a queste considerazioni, pickup come Dimarzio sono passati dal non plus ultra a il minimo sindacale per un pickup decente, e via discorrendo.
Va da sè che la scelta degli indicatori è fondamentale e va fatta con molta cura, tenendo conto proprio dell'attenzione generale che ha il mercato, di quanto valore si dà a ciascuno di questi. Perchè è inutile valutare la qualità del pickup in base a quanto inquina se poi nessuno è sensibile a questo aspetto (del resto non mi pare che siano in molti a non dormire la notte all'idea che la propria Les Paul ha contribuito all'estinzione del mogano brasiliano, anzi, l'indicatore di qualità attuale lo rende più appetibile perchè più raro).
Step successivo
Se dobbiamo scegliere degli indicatori in base a come il mercato si dimostra sensibile ai vari aspetti qualitativi dello strumento, vorrà dire che esiste la possibilità per un utente medio di apprezzarli ignorandone altri. A questo proposito dobbiamo introdurre il concetto di "Qualità percepita", ovvero quell'insieme di aspetti che determinano la bontà di un prodotto che vengono riconosciuti da chi ne fruisce. Qualche esempio:
Ma volendo potrei trovare aspetti anche molto più tecnici fino ad arrivare a costruire qualità inventate ad arte semplicemente prendendo peculiarità tecniche nate per caso o per necessità industriali e presentandole come qualità indiscutibili.
Qual'è la sostanza della qualità percepità e di quella intrinseca?
Banalmente il discorso è che una qualità intrinseca non ha valore mentre ha valore solo una qualità percepita. Tutto ciò che non sappiamo apprezzare non è qualità, almeno non per noi, e per questo non siamo disposti a pagare per qualcosa che non apprezziamo.
Volendo potremmo ribattezzare la qualità intrinseca come qualità potenziale, ovvero una serie di aspetti che possono essere "scoperti" dall'utente e che solo allora concorreranno a creare il valore dello strumento.
Robyz
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