Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Ben radicati in un determinato contesto storico, tanto che il loro sound rappresenta e ricorda forse meglio di chiunque altro la famosa Summer of Love, personalmente ritengo questa band unica nella sua originalità di intrecci sonori, vocali e melodici. Mentre una "San Francisco" di Scott McKenzi o "California Dreamin'" dei Mamas and Papas ci arrivano dall'oltretomba, i brani dei Jefferson riescono ancora oggi a regalare una ventata di freschezza atemporale, in grado di colpire anche le nuove generazioni e offrire ancora spunti di riflessione musicale. La musica dell'aeroplano aveva lo scopo di oltrepassare lo spazio e, fuori dall'orbita terrestre il tempo non ha più senso di esistere; forse per questo la loro musica appare tuttora tanto fresca e rivoluzionaria.
Video di presentazione del DVD
IL DVD
Agganciandosi ad alcune canzoni rappresentative dei diversi momenti di evoluzione della band, il film ripercorre la carriera dei Jefferson tra il 1966 e il 1970, nel loro momento di maggiore creatività e successo.
Tra un racconto e l'altro dei sei componenti scorrono le immagini live, spezzoni di film ed esibizioni televisive: "No Secret" agli esordi al Fillmore Auditorium nell'agosto del 1966, con la prima cantante Signe Anderson; "Somebody To Love" e "High Flying Bird" dal Festival di Monterey; "Martha" dal Perry Como television special; "White Rabbit" dallo Smothers Brothers Comedy Hour, con Grace Slick in versione coloured, con viso dipinto di nero in forma di protesta antirazzista; "Crown Of Creation" e "Lather" dallo Smothers Brothers Comedy Hour; "Ballad of you and me & Pooneil" dal Nigh at the Family Dog; il video promo di "We Can Be Together"; "Plastic Fantastic Lover" e "Volunteers" in concerto con il nuovo batterista Joey Covington, tratte dallo spettacolo televisivo Go Ride The Music.
Un particolare cenno voglio dedicarlo a "The House Of Pooneil Corners", eseguita durante un favoloso Rooftop concert in mezzo ai grattacieli di New York nel 1968, filmato da Jean-Luc Godard per il suo "One A.M." (One American Movie), con tanto di blocco del traffico di Manhattan e intervento della polizia a causa del caos e del volume assordante dell'esibizione; le stesse scene che si verificheranno due anni dopo a Londra con i Beatles che, per lo meno in questo caso, non sono stati originali.
Molto interessante il capitolo intitolato "Sei musicisti in cerca di arrangiamento", dove gli ex membri dei Jefferson spiegano la metodologia musicale della band per gli arrangiamenti, risultato della somma di sei personalità uniche e distinte, sei approcci diversi di interpretazione musicale che entrano in simbiosi in jam, ognuno apportando la propria sensibilità e la propria interpretazione del brano.
Tutto è il risultato di una sintesi della collettiva, a partire dall’antitetico modo di scrivere di Kantner e Balin ad arrivare ai volumi altissimi che impegnano la voce di Slick, dall'apporto musicale di Kaukonen e le sue fughe con Casady fino al contrasto con lo stile jazzistico della batteria.
Il film si chiude infine con la storica "Embryonic Journey", eseguita dal solo Kaukonen alla cerimonia della Rock'n'Roll Hall Of Fame nel 1996. La forza del film risiede nel fatto che le interviste non sono stratagemmi cinematografici riempitivi e i vecchi Jefferson concedono racconti e commenti sui momenti cruciali attraversati dalla band, inclusa l’esplicita dichiarazione del poco interesse di Kantner per essere entrati nella Hall of Fame, per la quale si domanda chi diamine ne decida l'ingresso.
Molto belli e assolutamente non superflui i Bonus del DVD, parte integrante del film. “How it began” dove si racconta della serie di casualità che portarono alla nascita degli Airplane, l’idea del folk rock, l’apertura del Matrix Night Club per avere uno spazio dove suonare questo tipo di musica rifiutata dai folk club, l'incontro con Kantner, Kaukonen che scopre l'echoplex, la sua vechia amicizia con Casidy, tutto per caso, tutto una favola.
Il rapporto di amore e odio con il grande manager Bill Graham e il suo licenziamento per volere di Grace Slick. Glenn McKay, il settimo Airplane del retro palco, l'architetto delle luci psichedeliche, tutte in diretta e create manualmente con olii e liquidi vari che venivano proiettati sullo schermo. Maurice, l'ingegnere responsabile in studio, lo zio di tutti. La folla oceanica di Woodstock e i suoi problemi organizzativi. La pessima esperienza di Altamont.
A questo punto, partendo dal presupposto che su Laster non tutti sono vecchi bacucchi come Lauro e il Camp, forse sarà il caso di stilare un bignamino storico per i più giovincielli.
ESORDI E LA SCENA DI SAN FRANCISCO
I Jefferson Airplane si formano a San Francisco nel 1965 dall'incontro del folksinger Marty Balin e il chitarrista Paul Kantner. I due reclutano il chitarrista di estrazione blues Jorma Kaukonen (che all'epoca accompagnava tra l'altro una sconosciuta Janis Joplin), la cantante Signe Toly Anderson, il bassista Bob Harvey e il chitarrista Alexander "Skip" Spence in veste di batterista.
Nell'agosto del 1965 il gruppo inaugura il Matrix, uno dei primi importanti locali della nuova e fervente scena musicale di San Francisco. Harvey viene subito sostituito dal bassista Jack Casady e nel novembre del 1965 la band è già sotto contratto con la RCA.Con questa formazione, nel settembre del 1966 viene pubblicato il primo album, "Takes Off", con l'intensa voce di Marty Balin come elemento portante di molti brani.
Subito dopo la pubblicazione del disco, "Skip" Spence cede le bacchette della batteria a Spencer Dryden, mentre la Anderson viene sostituita dalla cantante della Great Society, Grace Slick.
A questo punto l'aeroplano è al completo e pronto al decollo
"SURREALISTIC PILLOWS" E MONTEREY
Da subito è evidente che l'ingresso di Grace Slick segna la svolta decisiva degli Airplane: la sua potente voce da contralto e il suo timbro inconfondibile da usignolo si intreccia e si amalgama a perfezione con quella più enfatica di Balin e il sound psichedelico del gruppo, dato dalla chitarra acida di Kaukonen, il basso possente di Casady, le ritmiche della Rickenbacker di Kantner e l'andamento leggero di Spencer Dryden. Il 14 gennaio 1967 i Jefferson Airplane si esibirono assieme a Greatful Dead e Quicksilver Messenger Service allo "Human Be-In", evento storico per la nascita della Summer of Love, svoltosi al Golden Gate Park.
Dato il contesto storico, è evidente che i Jefferson partono prendendo ispirazione da gruppi come i Beatles e i Byrds. Io direi che sono la band che maggiormente ha proseguito certe tematiche aperte dai lavori dei quattro di Liverpool, ma, sin dall'esordio, si avverte immediatamente la presenza di un nuovo linguaggio espressivo che ha le proprie radici nel fervento culturale della baia di San Francisco e e trae alimento dalle singole esperienze che ogni membro apporta nella band, tutti fattori che sviluppano il sound Airplane.
“Surrealistic Pillows”, il secondo LP dei Jefferson Airplane, viene registrato in soli 13 giorni. Pubblicato nel febbraio 1967, l'album rimane in classifica per più di un anno, arrivando fino al 3° posto e segnando la definitiva consacrazione internazionale dei Jefferson. Insieme a Sgt. Pepper possiamo considerarlo il lavoro più rappresentativo della "Summer of Love".
Lo strano titolo venne suggerito da Jerry Garcia, che collabora nel disco ed è segnato nei credits come "consigliere spirituale"; al primo ascolto delle registrazioni affermò che suonava “surrealistico come un cuscino". I due brani più famosi dell'album portano non a caso la firma di Slick: “Somebody to Love”, scritta col cognato Darby Slick, il chitarrista dei The Great Society, e “White Rabbit”, un fantastico viaggio psichedelico che sul ritmo di un bolero elettrico mette bene in risalto le incredibili capacità vocali di Grace.
Questa fase della loro carriera coincise con la famosa performance al "Monterey Pop Festival" nel giugno del 1967, immortalata nel film dedicato al concerto.
ACID ROCK
"L'evento decisivo fu il concerto dei Cream al Fillmore, nell'agosto 1967; fu lì che dal folk-rock passammo al rock, e come tutte le band di San Francisco decidemmo di suonare più forte, più aspro, più elettrico, perché quella di Eric Clapton e di Jimi Hendrix la nuova musica" (Marty Balin). “After Bathing At Baxter’s”, frutto di mesi di sessioni, segna una ulteriore svolta della band, questa volta catapultata nell'Acid Rock.
Pubblicato il 27 novembre 1967, è il disco più sperimentale e psichedelico dei Jefferson Airplane e segna anche l'emergere di Kantner e della Slick come i due maggiori compositori della band, al posto di Marty Balin.
L'album è suddiviso in cinque sezioni, ciascuna comprendente più episodi, e la band si lascia andare in improvvisazioni strumentali a forma libera, frutto delle esperienze live, e la struttura canzone scompare del tutto.
VOI SIETE IL CULMINE DELLA CREAZIONE
Dopo l’orgia acida, “Crown Of Creation”, pubblicato nel settembre 1968, ci riporta a toni più morbidi e atmosfere intimistiche, senza comunque tralasciare momenti carichi di elettricità come "Star Track".
L'album si apre con la splendida "Lather", che, non a caso, segna un ritorno alla forma canzone dopo le jam di “After Bathing At Baxter's”.
"Crown Of Creation", con l'atomica di Hiroshima come immagine di copertina, è un inno dedicato al movimento giovanile dell'epoca: "Voi siete il culmine della creazione... coerentemente con la loro natura essi non possono tollerare le nostre menti, coerentemente da parte nostra non possiamo tollerare il loro ostruzionismo. La vita è trasformazione, ciò la rende differente dalle rocce. Troppo spesso ho sopportato i loro modi, ho nuovi mondi da conquistare. La mia vita è sopravvivere ed essere vivo per te".
WOODSTOCK E LA FINE DEL SOGNO
Nell'agosto del 1969 il complesso è tra i protagonisti del festival di Woodstock; proprio da questa esperienza i Jefferson Airplane maturano l'idea del lavoro successivo, “Volunteers”, il lavoro più politicamente schierato dei Jefferson Airplane, che abbraccia la protesta studentesca dei campus, esprimendo l'avversione del gruppo per la guerra del Vietnam e denunciando la crescente atmosfera di repressione politica negli Stati Uniti.
Tutto questo in un momento in cui il movimento hippie stava naufragando e le illusioni per un mondo alternativo di pace e amore venivano screditate da tragici fatti come la strage di Bel Air, opera della setta di ispirazione hippie di Charles Manson, o dai disastrosi esiti del festival di Altamont, durante il quale il servizio d'ordine degli Hells Angels accoltellò un giovane di colore.
In questo scenario di riflusso, il brano di apertura del disco, "We Can Be Together", invita all'unità di tutti i fuorilegge d'Amerika (con la K come nel titolo originale) a lottare contro l'American way of life. Davanti al sistema e alla reazione conservatrice che sopravanza, i Jefferson reagiscono con il radicalismo e lanciano l’ultima battaglia disperata del movimento, consapevoli della sconfitta in corso.
Queste contraddizioni si trasfigurano in un disco musicalmente splendido, a mio parere il migliore della band. Bellissima la versione di "Wooden Ships", che Paul Kantner co-scrisse con David Crosby e Stephen Stills (entrambi presenti nella registrazione), simbolo della fine degli ideali sognati a Woodstock. Musicalmente è l'album più maturo dei Jefferson, dove il sound acido della band si fonde perfettamente con il canto corale della Slick e di Balin.
Dopo "Volunteers", la coesione della band inizia a mostrare chiari segni di cedimento: Kaukonen e Casady danno vita al progetto parallelo degli Hot Tuna e Spencer Dryden abbandona il gruppo. Con la fine degli anni '60, l'aeroplano inizia a trasformarsi in astronave, ma la musica e la creatività non saranno mai più le stesse.
I Jefferson Airplane sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1996.
Roby (Bru)
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