In The Court of The Crimson King

Scritto da admin il 24/Jun/2008 alle 00:46

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Fu nel mezzo di un epoca di fervore artistico per l'inghilterra che si formò il gruppo di cui andiamo a conoscere le principali vicende. Il cuore dei King Crimson fu senz'altro Robert Fripp, chitarrista e membro fondatore, nato nel Dorset, in Inghilterra. Sin da giovane seguì un particolare metodo di studio dello strumento che si riflette nelle sue composizioni, nelle quali importa elementi jazzistici, classici ed etnici. Nel 1969, Fripp decise di fondare la band con musicisti che spiccavano per la lor personalità particolare e un approccio melodico allo strumento fuori dal comune.

Greg Lake, un cantante dal timbro inconfondibile, nonché un ottimo bassista e chitarrista, che è annoverato fra le migliori voci della storia e militerà in seguito negli Emerson, Lake and Palmer, un altro gruppo che ha largamente contribuito allo sviluppo del Progressive. Il suono particolare, colmo di carica espressiva oltre che di un tono a volte dolce altre volte sofferto, combinato ad un ottima tecnica come bassista, fanno di lui un grandissimo musicista.
Michael Giles, batterista, grazie ai suoi studi di Jazz e Avanguardia sarà capace di creare sezioni ritmiche fenomenali così come accompagnamenti eterei atti a creare un tappeto per la voce di Lake.

Ian McDonald, eccezionale polistrumentista (in grado di suonare flauto traverso, oboe e tastiere) che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della band. La sua abilità nell'utilizzo dei fiati ha creato serie difficoltà nel reperire musicisti altrettanto validi per i tour (molti brani in studio presentano parti sia per fiati che tastiere e sono state pertanto suonate in sovraincisione dallo stesso Mcdonald).
Infine Peter Sinfield, personalità alquanto misteriosa, poeta e musicista seguace di Shakespeare. Fu il creatore di molti dei testi del gruppo, le tematiche affrontate seguono infatti un filone epico rielaborato ad arte, caratteristica che Sinfield ha portato in altri gruppi per i quali ha composto liriche.
In seguito ad una lite con lo stesso Robert Fripp, nel 1972 si allontanerà definitivamente dai King Crimson, la band verrà sciolta per poi riunirsi nel 1981 con numerosi cambi di formazione, sino all'odierna “21st Century Schizoid Band”, nella quale Fripp non è più presente. 

 

Il disco

In The Court Of The Crimson King” è un vero e proprio urlo di disperazione contro l'evoluzione della società e dell'uomo moderno, rappresentato tanto dalla copertina agghiacciante quanto dal brano di apertura. C'è da dire che i primi fan dei King Crimson furono hippies alla ricerca di un sound fatto prevalentemente di ballad e jam psichedeliche e pertanto il primo ascolto del pezzo di cui sto per parlarvi fu come un devastante rombo di tuono.

 “21st Century Schizoid Man” si preavvisa con un aleggiare di suoni nel sottile rumore di fondo che improvvisamente si trasforma in silenzio, per scoppiare poi in un riff letteralmente cannoneggiato da fiati, chitarra distorta e una sezione ritmica pesantissima spinta da Lake e Giles. Irrompe poi la voce distorta di Greg, ritmata da secchi accordi di Robert Fripp e il tutto sfocia in una feroce jam che si conclude con il riff iniziale.

L'effetto di questa canzone porterà i KC ad usarla spesso come brano di apertura nel loro tour, per sconvolgere i fan con un inno vicino alla soglia del dolore.
Si passa ad una calma coperta di mellotron, su cui va appoggiarsi la profonda voce di Lake, inframmezzata dagli assoli di Mcdonald: “Talk To The Wind”. Il primo pezzo lento del disco sfuma etereo attraverso una lirica quasi recitata, una narrazione epica che ci porta verso mondi lontani. Dopo la quiete rappresentata da “Talk to the Wind”, Greg Lake torna a cantare quello che è un triste pronostico per l'uomo moderno, che rischia di perdersi, inghiottito nella caotica e sincopata vita di tutti i giorni e finisce con l'impazzire: "Epitaph"

Confusion will be my epitaph.
As I crawl a cracked and broken path
If we make it we can all sit back And laugh.
But I fear tomorrow I'll be crying,
Yes I fear tomorrow I'll be crying
.”

In particolare, in questo testo, si nota come il Progressive per i King Crimson rappresenti non solo un modo di suonare ma un modo di essere, un rifiuto dei princìpi dell'epoca in cui sono vissuti e un tentativo di svolta e di protesta espresso tramite uno strumento libero: la musica.

Il brano che segue, una ballad cantata come una ninna-nanna dalla voce melodiosa di Greg Lake, è “Moonchild”.
La pace assoluta del pezzo lascia spazio al silenzio interrotto dalle voci degli altri musicisti, che sembrano richiamarsi debolmente come dispersi in un antro privo di luce. Si passa poi ad un'improvvisazione calma e completamente libera, costituita da dissonanze psichedeliche.

In The Court Of The Crimson King”, brano che dà il nome all'album, ci trasporta nello spazio profondo, con un lamento corale espresso dalla lirica e da ogni singolo strumento, un segno inequivocabile di conclusione, quasi a farci immaginare i titoli di coda. Con l'ultimo pezzo giungiamo alla fine di un cammino in cui il gruppo ci ha mostrato con gli occhi della musica la realtà del tempo, con le sue tristezze e le sue gioie, gli sfoghi irruenti e laquiete dopo la tempesta.
Un pensiero caratterizzato da un pessimismo di fondo, mitigato da un volto all'interno del disco: consunto, porta i segni della stanchezza che il tempo vi ha depositato, ma appare sereno, nel suo grottesco sorriso.

Saluti
Alessandro

In The Court Of The Crimson King - 1969  (Island Records)

21st Century Schizoid Man
I Talk To The Wind
Epitaph
Moonchild
The Court Of The Crimson King