Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Uno su tutti, fu Charles Milles Manson, in seguito conosciuto da tutti come Charlie Manson.
La biografia di Charlie Manson
Charlie nacque il 12 Novembre del 1934 a Cincinnati da uno dei tanti rapporti occasionali della madre prostituta.
A cinque anni, dopo essere stato adottato dal marito della madre che gli diede il proprio cognome, venne dato in affidamento agli zii, ma la nuova sistemazione non fu migliore dell’eventuale vita che avrebbe vissuto se fosse rimasto a casa della madre e del patrigno.
Gli zii, fanatici religiosi, trattavano Charlie come fosse figlio del diavolo, insultandolo continuamente e, a detta di Manson durante un processo, costringendolo a vestirsi da bambina per lasciarlo deridere da tutti, come durante il suo primo giorno di scuola.
La difficile convivenza lo portò a scappare di casa a soli dodici anni e fino al suo primo crimine, che avvenne a soli 14 anni, crebbe praticamente in mezzo la strada, sopravvivendo con truffe e piccoli furti, fino al giorno in cui venne arrestato e portato in un carcere minorile.
Charlie non ebbe vita facile nemmeno all’interno della struttura tanto che un giorno, stanco dell’ennesimo abuso, fracassò la testa di un compagno aggravando non poco la sua situazione giuridica.
Nonostante tutto la salute mentale non sembrava aver risentito del passato turbolento: infatti a 20 anni, durante le sedute di routine con le commissioni di valutazione, riuscì ad ottenere la libertà vigilata lasciando così, con notevole anticipo, la vita degradante che svolgeva all’interno della struttura.
Uscito da quel giro e da quella vita Manson conobbe e sposò una cameriera dalla quale ebbe anche un figlio Charlie Manson Jr. Ma la quiete durò poco, i saltuari lavori lo riportarono di lì a poco sulla strada, fino a fargli ricommettere furti e stavolta, anche qualche rapina.
La moglie però, non era intenzionata a passare il resto della sua vita con un ladro così, dopo aver chiesto il divorzio, riuscì ad andar via portando con se anche il bambino.
La solitudine e l’ennesima mancanza di certezza riportò di nuovo Charles in prigione. Anche stavolta venne arrestato per furto. Rilasciato e di nuovo arrestato, riuscì anche questa volta a plagiare la commissione ma la sua libertà durò veramente poco e, con l’accusa di stupro nei confronti di due donne, venne portato nel penitenziario di Washington dove rimase per i successivi dieci anni.
In pieno 1967, durante la Summer Of Love, la così detta Estate dell’Amore, Charlie Manson riuscì ad uscire dal carcere come le ormai svariate volte precedenti, ottenendo ancora una volta la libertà sulla parola.
L’attività ricreativa ed un compagno di cella, avevano aiutato molto Charlie che con le canzoni dei Beatles aveva imparato a suonare la chitarra così, appena rilasciato, si diresse a San Francisco, intenzionato ad incidere un disco e quindi a diventare una Rock Star.
Il movimento Hippy ed i suoi raduni diedero modo a Manson di mettersi in mostra sia grazie alla chitarra sia grazie alla sua innata capacità oratoria, facendo nascere attorno a lui un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze dall’età media notevolmente inferiore alla sua, che di lì a poco prese il nome di Manson Family e che divenne a tutti gli effetti, un vero punto di riferimento per tutti coloro che ne appartenevano.
Col passare del tempo, i membri della Famiglia sfiorarono le cinquanta unità. Manson per loro non era solo un Guru, non rappresentava soltanto una figura paterna: per gli appartenenti della Famiglia, Manson era Gesù Cristo, al quale riconoscevano addirittura la capacità di fare dei miracoli.
La Manson Family
La Famiglia, stabilitasi in un ranch, aveva assunto un regime di vita indipendente.
Si mantenevano attraverso piccoli furti e l’affitto veniva regolarmente pagato grazie a ragazze disposte ad assecondare sessualmente il vecchio proprietario cieco.
Manson in tutto questo non era mai attivo in prima persona, se non durante piccoli raid nei supermercati, ma la sua figura restava intoccata ed intoccabile, perché il carisma che aveva nei confronti di quei ragazzi, perlopiù disadattati sociali, era talmente forte che nessuno osava mettere in dubbio nulla se detto da lui.
La sua condizione era aiutata dall’enorme abuso di LSD da parte dei suoi adepti. Era direttamente Charles a somministrare le quantità, facendo sempre molta attenzione ad assumerne meno rispetto agli altri, questo per riuscire a mantenere un certo controllo su tutti e per inculcare con più facilità la sua dottrina razzista rivolta soprattutto nei confronti delgi afro americani.
Se la sua vita precedente, fatta d’abusi ed ingiustizie, non aveva turbato più di tanto la sua lucidità, ma un evento in particolare che successe durante la vita nel Ranch, diede un colpo di grazia alla sua stabilità mentale.
Durante un’auto stop, due ragazze della Famiglia vennero caricate da un certo Dennis Wilson.
Arrivati al ranch Manson riconobbe immediatamente il batterista dei Beach Boys e vide in lui la possibilità di concretizzare il sogno di incidere un disco e di divenire finalmente una Rock Star.
Effettivamente, grazie a questa nuova amicizia, nel 1968, Charlie riuscì ad avere un audizione in uno studio discografico a Los Angeles. L’esito della session fu disastroso ma Manson non si perse d’animo e continuò imperterrito il suo lavoro da cantautore fin quando, nel 1969 arrivò tra le sue mani 20/20, album inedito dei Beach Boys
La traccia numero 10, "Never Learn Not to Love" era praticamente la sua Cease to Exist con qualche verso e qualche nota cambiata.
Quell’oltraggio destabilizzò Charlie Manson a tal punto di odiare Wilson ed i Beach Boys, focalizzando l’attenzione sui Beatles e sul loro capolavoro, il famigerato Disco Bianco.
Alcune canzoni contenute nel disco, come Pig, Sexy Sadie, catturarono la sua attenzione, ma una in particolare su tutte, sconvolse il suo immaginario. La canzone fu Helter Skelter.
Manson, mischiando letture della Bibbia all’ascolto del disco, aveva tirato fuori una sua teoria sull’evoluzione del mondo e che aveva appunto battezzato Helter Skelter.
Helter Skelter
Vedeva nei Beatles i quattro cavalieri dell’Apocalisse che, armati dei propri strumenti musicali, inserivano nei dischi informazioni ed istruzioni che nessun’altro, se non lo stesso Manson, era in grado capire o interpretare, fomentando in lui quella parte di ego ormai stordita dai soprusi subiti e dalle droghe.
La teoria dell’Helter Skelter era una teoria piuttosto elementare.
Charles e la Famiglia avrebbero dovuto dar vita ad una guerra tra razze, più precisamente tra la razza Bianca e la razza Nera. Secondo i ragionamenti di Manson, i bianchi avrebbero perso la guerra poiché fisicamente meno dotati, ma i neri non avrebbero avuto l’intelligenza necessaria per governare il mondo, trovandosi quindi costretti a chiedere allo stesso Charlie di farlo al posto loro.
La Famiglia, per evitare coinvolgimenti durante le battaglie, si sarebbe dovuta rifugiare nel Pozzo dell’Abisso fino alla fine degli avvenimenti.
La delirante teoria dell’Helter Skelter ebbe inizio il 9 Agosto 1969.
Quella notte, quattro membri della Famiglia, “Tex” Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Sabian, si recarono a Cielo Drive un quartiere residenziale di Los Angeles, con l’obiettivo di raggiungere la villa del regista Roman Polansky.
Polansky in quel momento era a Londra per terminare le riprese di Rosamry’s Baby, ma nella villa, c’era comunque sua moglie, l’attrice Sharon Tate, incinta di otto mesi ed altri tre amici.
La strage e l'omicidio di Sharon Tate
Organizzati come dei militari, i quattro membri della Famiglia isolarono la villa, tagliando la linea telefonica ma, poco prima dell’irruzione, vennero notati da un amico del guardiano che, suo malgrado, divenne la prima vittima del massacro che avrebbero compiuto solo qualche minuto dopo.
Una volta raggiunto l’interno, “ Tex” Watson e gli altri non esitarono un secondo.
Uccisero a coltellate e colpi di fucile i tre amici dei Polansky, lasciando Sharon per ultima, alla quale spettarono le torture peggiori.
Venne finita, dopo parecchio tempo, con 16 coltellate in pieno petto.
Prima di uscire, con il sangue della Tate, scrissero su uno specchio e su una porta “Helter Skelter” e “Death to Pig”, lasciando intendere che l’omicidio fosse opera dei neri perché, nel loro linguaggio, “pig” era un modo per definire sia la polizia che le forze dell’ordine.
L’Helter Skelter era partito e Manson ne era il capo.
Il giorno successivo la Famiglia colpì di nuovo, ma questa volta le vittime furono due coniugi normalissimi, Leno La Bianca e sua moglie Rosemary, ai quali spettò la stessa identica sorte delle vittime precedenti, lasciando sui loro corpi un totale di 40 pugnalate.
Oltre le scritte “Death to Pig” ed Helter Skelter”, ai Signori La Bianca, rubarono anche portafogli e documenti, con l’intenzione di nasconderli in un locale non troppo distante, frequentato esclusivamente da persone di colore.
Le vittime della Manson Family non si fermarono certo a 7: uccisero anche un loro ex adepto, reo di aver lasciato il ranch e soprattutto di aver messo su famiglia con una ragazza di colore. Il suo corpo venne ritrovato solo dopo la confessione di uno dei membri attivi, chiuso in un sacco e tagliato in nove parti.
Lo stop alla loro attività criminale, ormai fuori anche dagli schemi dell’Helter Skelter pensato, immaginato e voluto da Manson, arrivò nel 1970, dopo che l’allora avvocato Vincet Bugliosi riuscì ad incriminare Manson per gli omicidi Tate e La Bianca.
Il processo, che iniziò nel 1970 destò subito scalpore e clamore, sia per l’efferata violenza dei crimini commessi, sia perché l’imputato, Charles Manson, sostanzialmente era il mandante ma non l’esecutore quindi, probabilmente, non punibile con la sedia elettrica.
Il primo giorno del processo l’imputato si presentò con una croce incisa a sangue nel centro della fronte, croce che con il passare del tempo ha subito varie modifiche fino a raggiungere l’attuale forma di svastica.
Il processo durò fino al 29 Marzo 1971 e durante questo anno e tre mesi, oltre a tirare fuori una lista di potenziali vittime, che comprendeva soprattutto nomi noti del mondo dello spettacolo, come Frank Sinatra, Elizabeth Taylor, Richard Burton e Steve McQueen, Manson cambiò più volte avvocato, fino a rifiutare totalmente l’assistenza legale, dichiarandosi in grado di poter svolgere lui stesso l’incarico senza nessun problema o impedimento.
Probabilmente Charles Manson credeva di poter plagiare la commissione e la giuria, come già accaduto in passato, ma questa volta il suo lavoro non lo portò da nessuna parte. Il verdetto diede la Pena Capitale a lui ed a tutti i membri della Famiglia incriminati.
Nel 1972 si venne di nuovo a parlare di Manson e della Manson Family.
Lo stato della California abolì la pena di morte, tramutando in ergastolo la sentenza di tutti i detenuti del braccio della morte, tra cui lui ed i suoi adepti.
Manson non si è mai dichiarato ufficialmente colpevole e ad oggi ha richiesto più di dieci udienze per la libertà vigilata, tutte rigorosamente respinte.
Charles Manson ha attualmente 74 anni, detenuto nella Corcoran State Prison, è ancora un fenomeno studiato da tutta la criminologia mondiale.
ZosoSuperStar
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