Brunetti Rockit

Scritto da Ian il 17/Jul/2008 alle 07:00

Sezione: Amplificatori

 

Caratteristiche tecniche

Non si tratta di un finale valvolare, ma di un solid state. I circuiti sono ad hexfet, che in teoria vanterebbero il "calore delle valvole". A scanso di equivoci lo dico subito: le valvole sono un'altra cosa, ma ciಠnon significa che il suono che ਠpossibile produrre da questa unità  sia di scarsa qualità ... anzi ! Come vedremo pi๠avanti, si tratta di tipo di timbro.

Dispone di due canali totalmente indipendenti, che erogano 60W RMS su 8 ohm (oppure, 40W RMS su 16 ohm). Non ਠquindi possibile utilizzare casse da 4 ohm. I due canali si possono sommare per ottenere un unico canale mono da 120W su 16 ohm.  Il passaggio da mono a stereo viene effettuato semplicemente collegando il cavo che va alla cassa alla presa "mono" o alle prese "channel".

Attenzione ! Con la configurazione mono potete usare solo una cassa da 16 ohm, niente casse da 8 o da 4. Questo, purtroppo, limita un po' la scelta della cassa da abbinarci, o richiede di "smanettare" un po' sulla configurazione del nostro cabinet.

L'unità  ha 4 manopole, due per canale. Una ਠlogicamente il volume, l'altra viene definita "Spectral Response" e regola il segnale inviato ad una valvola (una per canale) preamplificatrice 12AU7. Ciಠpermette di modificare sensibilmente il "colore" del nostro suono.

Il finale dispone di due dissipatori di calore alettati sui fianchi e di due ventoline di raffreddamento. Come detto, il peso ਠmolto contenuto e l'ingombro ਠdi una unità  rack. 

 

 

Il suono

Passerei ora in rassegna una cosa abbastanza importante: come suona.

Il finale ਠsolid state. Questo già  indica una cosa: il suono sarà  estremamente trasparente e pulito. E infatti ਠcosà¬.
La risposta dei circuiti alle sollecitazioni ਠsempre molto buona, asciutta e senza rumore di fondo, anche a volumi molto alti.

Ci terrei a sottolineare che l'unità  risponde a quello che noi gli diamo. E' estremamente rispettosa del segnale in ingresso, ma non lo impoverisce. Il fatto che rispetti il segnale in ingresso non significa che si ottenga il terribile effetto "preamp in diretta nel mixer". Significa che prende il segnale preamplificato, lo amplifica rispettando le scelte che noi abbiamo fatto nell'equalizzazione del suono.

Un esempio puಠrendere meglio l'idea: in precedenza mandavo il mio pre in un combo di qualità  media. Al cambio con il Rockit la prima impressione ਠstata abbastanza negativa. Il suono era diventato molto meno rotondo e pi๠secco; ci ho messo un po' a capire che era il combo che aggiungeva di suo delle gran medie al suono (medie che anche volendo non avrei mai potuto togliere). Rifatta l'equalizzazione del suono originale, il cambio ਠstato abissale in meglio. Soprattutto, i puliti hanno preso una vita che non mi aspettavo. Presenza e timbro cristallino che attraverso il combo venivano smorzati senza rimedio. Le distorsioni pesanti, molto pi๠articolate e definite. Niente suoni confusi.

La risposta all'aumento di volume ਠmolto lineare, fatte salve le prime due tacche che vanno evitate come la peste (se il volume ਠsotto il 3, il suono che ne esce ਠfin troppo compresso... non calibrate i settaggi del pre a volumi bassi, potreste avere brutte sorprese alle prime prove).

La potenza: fin troppa ! Uso sempre il solo canale A, su 40W, e in ogni circostanza che mi ਠcapitata fino ad ora questo ਠstato sufficiente. Provando a mettere il sistema in mono (A+B) ho notato una certa differenza nel timbro. Il mio consiglio ਠdi scegliere una configurazione e usare sempre quella.

Lo Spectral Response ਠmolto, molto utile. Ma fare un discorso generale ਠmolto difficile. E' sensibile a ciಠche entra ed ha risposte diverse a preamp diversi. Per quello che riguarda il mio preamp (non l'ho detto, ਠun Korg A2), il suono mi si impasta a livelli troppo bassi o troppo alti. Con valori intermedi il suono prende brillantezza e vita, ma dipende molto dalle nostre esigenze. 

 

Conclusioni

Una nota aggiuntiva: la scelta della cassa ਠpi๠rilevante che per altri finali. Non avendo un particolare carattere proprio, ma rispettando quello che entra, il contributo della cassa aumenta rispetto ai finali tradizionali. La scelta fra una Vintage 30 o una Eminence non contribuirà  sul suono solo nelle sfumature, ma ne determinerà  in maniera notevole il carattere. Ma, del resto, se partiamo con l'idea di avere un sistema a rack, lo facciamo anche per personalizzare il nostro suono, quindi queste scelte non ci devono spaventare.

 In definitiva, questo finale ਠestremamente versatile; non saremo legati ad un timbro base che determinerà  magari limitandole le nostre scelte creative. Non avremo un "timbro per tutte le stagioni". Dovremo smanettare forte sul nostro preamp per tirare fuori il suono che vogliamo. Come si direbbe in inglese, "garbage in, garbage out". Se gli mandiamo dentro spazzatura, tirerà  fuori spazzatura. Se avremo la pazienza di mettergli dentro oro zecchino, tirerà  fuori platino.

Per il prezzo di questo gioiellino tutto Made in Italy, vi rimando ad una ricerchina in internet.... consigliandovi il mercato dell'usato ;-)

Ian