Autocostruzione di una chitarra: non sempre va a finire bene

Scritto da alfio il 17/Nov/2009 alle 17:30

Sezione: Chitarre e Bassi

 

L'antefatto

L’autore ed esecutore del progetto è Daniele, registrato su laster come Danielendrix, chitarrista e liutaio per hobby. Daniele si è già cimentato con la costruzione di una assemblata realizzata con materiale comprato su Warmoth. Non ha fatto corsi di liuteria, però ha passato molto tempo a documentarsi e a fare esperimenti anche accanendosi sul cadavere della sua prima chitarra. Insomma è abbastanza aderente alla tipologia di comune chitarrista che dopo qualche esperimento ha voglia di cimentarsi per divertimento con qualche lavoro di liuteria.

Domanda spontanea: e io che c’entro?

Durante tutto il lavoro, come già aveva fatto per la precedente assemblata, Daniele mi ha tenuto aggiornato sullo stato dei lavori, sulle difficoltà incontrate e sugli errori fatti. Dopodiché, a lavoro finito, mi ha messo al corrente sulle sue impressioni negative che, ahimè ho personalmente confermato a valle della prova.

A quel punto gli ho proposto di scrivere comunque un articolo su questa esperienza, perché ritengo che questa disavventura, e soprattutto la discussione che ne scaturirà (sperando nel contributo di qualche falegname evoluto, vanno bene pure quelli burberi), possa essere di grande utilità per chi vuole cimentarsi in simili imprese.

Difficilmente infatti si trovano in giro informazioni dettagliate su cosa può non funzionare e su quali scelte sbagliate possono portare a un risultato inatteso.

Quindi, dopo aver descritto il progetto e la sua esecuzione, non staremo a incensare i suoni di questa chitarra e la sua superiorità con quale che sia concorrente industriale, bensì cercheremo di ragionare su cosa non va e su quali passi del lavoro possono aver portato ai difetti della chitarra in esame.

In tutto ciò il mio contributo è stato semplicemente quello di organizzare questo articolo, e a scrivere le mie impressioni dopo aver provato la chitarra.

Viceversa credo che molto di più si debba riconoscere a Daniele per l’umiltà, la franchezza e soprattutto il grande coraggio di raccontare pubblicamente un’esperienza che ha portato a un risultato purtroppo non soddisfacente.

La chitarra (a cura di Danielendrix)

Caratteristiche di massima del progetto:

  • Simil Telecaster Hollow body, body mogano sapelli e top acero fiammato; finitura a gommalacca.
  • Manico Warmoth in acero con tastiera in palissandro indiano, radius variabile.
  • Pick up Di marzio Area 58 al manico e humbucker Di marzio Norton.
  • Ponte Fender fisso, corde through-body

La scelta di costruire un corpo hollow body è nata in primo luogo con l’intento di alleggerire la tavola di mogano di partenza, che mi sembrava un po’ pesante, e in secondo luogo con l’obiettivo di esaltare le caratteristiche acustiche del legno dando maggiore corpo e sustain.

Ovviamente trattandosi di una serie di abbinamenti non convenzionali ero ben conscio della natura molto sperimentale della realizzazione. In generale, tenendo conto della scelta fatta per il body, (mogano con top in acero) l’obiettivo era di ottenere un suono vagamente “gibson les paul” da esaltare con un humbucker al ponte per suoni potenti, caldi specialmente in distorsione possibilmente assortiti con suoni più blues/jazz grazie ad un singol coil al manico.

Per la costruzione ho attrezzato un piccolo laboratorio utilizzando ovviamente una fresatrice e molto olio di gomito. Con la fresatrice ho scavato il body lasciando a tutta altezza solamente il blocco centrale sul quale ho fatto gli scassi per i pick up.

Ho commesso un errore (uno fra i tanti), che è stato quello di andare troppo in profondità nello scavare il body nella parte superiore; avrei dovuto lasciare un fondo con uno spessore di almeno 7/8 mm, e invece alla fine mi sono accorto che l’avevo ridotto a meno di 4 mm. Ho dovuto inserire in piccolo rinforzo all’interno (una specie di incatenatura alla buona come sulle chitarre acustiche).

L’incollaggio del top è stato eseguito utilizzando colla alifatica Titebond applicata dopo aver morsettato il tutto. In ultimo è stato aggiunto uno scasso sul fondo del top per poter accedere ai cablaggi dei PU e dei controlli. Lo spessore totale del body dopo aver incollato il top era di 5 cm. La finitura è stata fatta con gommalacca applicata a tampone.

La sede del manico è stata ricavata per fresatura ed è risultata soddisfacente essendo necessaria una certa pressione per inserire il manico stesso; le viti di fissaggio sono 4 e sono prive di mascherina in acciaio sul fondo del body. Il ponte è un ponte di tipo Fender a 6 sellette ma è fisso con passaggi delle corde through body come sulla tele.

Le meccaniche sono Gotoh SD91 tipo vintage. L’elettronica prevede un controllo di volume e uno di tono, più un selettore pickup a 3 posizioni stile Gibson.

Alla fine della fiera la prova acustica della chitarra denotava un bel volume sonoro con sustain prolungato, ma il timbro mi lasciava un po’ perplesso; non era male ma mancava qualcosa. Dopo aver montato i pick up parto con la prova vera e propria.

 

 

Le prime impressioni (ma anche le successive) sul suono confermano quelle della prova senza pick up montati. Diciamo che secondo me la chitarra, come dicono gli esperti liutai, ha poca complessità armonica, il timbro è sì medioso ma sembra avere ben poche frequenze basse/ medio-basse, ed è questo che mi lascia un po’ deluso. Volevo ottenere una timbrica calda, rotonda e ho ottenuto quasi il contrario, un suono un po’scarno e con bassi poco presenti.

La prima unica spiegazione che mi viene in mente è la combinazione dei legni (l’influenza del top in acero) forse anche il tipo di ponte che ho scelto, o forse il fatto di aver scavato troppo lasciando un fondo con poco spessore. Un risultato però l‘ho ottenuto o meglio una cosa penso di averla capita semmai ce ne fosse stato bisogno.

Le caratteristiche del suono acustico della chitarra suonata da spenta non possono essere stravolte dai pick up; qualche piccolo aggiustamento si può fare ma non sono i pick up che fanno il suono, almeno nel mio caso.

La mia prova (Alfio)

Le mie impressioni purtroppo confermano il giudizio negativo già citato. La sonorità della chitarra è caratterizzata in negativo da due aspetti: la carenza di attacco e la mancanza di bassi.

Per quanto concerne la prima si ha quasi l’impressione di suonare con un compressore acceso: la dinamica della pennata quasi non ha impatto sul suono il che porta a picchiare sempre di più con esiti peraltro vani, dato che il suono rimane “plasticoso”.  Sui bassi si è già espresso Daniele: non ce ne sono e non c’è verso di ottenere un suono rotondo e d’impatto sulle corde basse. E’ così e sembra proprio che non ci sia niente da fare.

Gli accorgimenti minimi che vengono in mente sono due: utilizzare una scalatura con bassi di dimensione abbondante ed equalizzare diversamente ciò che sta a valle della chitarra. La seconda opzione, è probabilmente la meno efficace alla luce del piccolo esperimento che ho fatto utilizzando il Boss GE-7. Enfatizzando di molto (+10dB) la banda fino ai 200 Hz i bassi si sentono un po’ di più ma il suono non migliora un granché: è come amplificare parecchio una voce che rimane bruttina proprio di suo.

Epilogo

Che fine farà questa chitarra non è ancora stabilito, anche se il poco lusinghiero utilizzo da arredo sembra abbastanza gettonato. Come detto nella premessa però questo resoconto può essere utile fintantoché nella discussione a seguire emergeranno interpretazioni dei difetti della chitarra e linee guida per i futuri DIY-er che vorranno cimentarsi in imprese analoghe.

Gigi aka Alfio